Esecuzione dal vivo della musica di Ezio Bosso sul film di Alfred Hitchcock "the Lodger"
Quartetto d'archi di Torino con l'album The Four Letters.
Pubblicato a settembre 2022 in occasione di quello che sarebbe stato il 51' compleanno del Maestro Ezio Bosso, è uscito il 15 febbraio 2023 in vinile in edizione ultra limitata (500 bianche e 500 rosse).
L'album contiene il Quartetto N.4 “The Four Letters” ispirato a quattro lettere di giovani partigiani della seconda guerra mondiale ed eseguito dal vivo solo un paio di volte, nonché quattro estratti dal Quartetto N.2 “Quattordici danze per bambini intorno a un buco”, inserito nel 2003 da Gabriele Salvatores nella colonna sonora di “Io non ho paura” e che è valso a Bosso la nomination agli Oscar.
La scelta degli esecutori è caduta invece con grande naturalezza sul Quartetto di Torino, storico primo destinatario di queste composizioni e protagonista con il giovane Ezio di molte sue prime esecuzioni sin dal 1994 con lo spettacolo teatrale Alcina nel ricco milieu torinese dei primi anni ’90.
Programma:
Musica di Ezio Bosso tratta dai quartetti: Io non ho paura, the Lodger, Via mille e una cometa e The four letters.
Dear ECC
We are pleased to be able to confirm that the Quartetto D’Archi di Torino will be performing an hour long selection of works by Ezio Bosso to celebrate the conclusion of the exhibition of The Tree of Life Which Is Ours in the ECC’s Personal Structures - Reflections installation at the Giardini Marinaressa.
As you know, the work of Bosso was an inspiration for the sculpture, especially the 4th movement entitled The Tree’s Sacrifice. And while it is not possible to bring an entire symphony orchestra into Palazzo Mora, the Quartetto are life long collaborators with Bosso and are dedicated to performing his repertoire. They will create a program that exemplifies the spirit of Bosso’s inspiration.
The Del Deo Foundation will underwrite the costs of bringing the musicians to Venice and all their fees. Because they are a string quartet, they will require no pianoforte, but we would like the ECC to provide them with proper seating and music stands, as they may require for performance. We would also like to coordinate with you, notices and promotion for the concert, to augment and enhance the exposure for both The Tree of LIfe Which Is Ours and the entire Personal Structures project to our mutual benefit.
Please let us know what resources, services, suggestions and contacts you can provide in this context. We look forward to working with you to make the grand finale of the Personal Structures - Reflections a memorable success.
Please update us on coordination and pr opportunities on your side, as well as any details helpful for our promotion of the concert on the 27th in Palazzo Mora as well as the video installation on Nov 26th in Palazzo Michel del Brusà. I will be having an exhibit connected to our installation in Venice opening next week in Tribeca NYC, and I am sure that we will be generating some more press around the Tree of Life Which Is Ours in the Marinressa Giardini in connection to that exhibit. We will be sure to share any press we receive with you.
We are CCing the head of the Quartet Manuel Zigante in this message, the Quartet also has significant press resources for you online on their website. We are also CCing Aubrie Wienholt who is the head of our PR agency and will be coordinating press and PR on our side.
Many thanks and best wishes
Romolo
Estratti da Io non ho paura , Via 1000 e 1 Cometa, The Lodger, The letters (prima esecuzione).
evento gratuito.
The-way-of-1000-and-1-comet
con videoanimazioni originali
dei quadri di Pinot Gallizio
Teatro Sociale di Gualtieri
venerdì 9 settembre 2022, ore 21.00
sabato 10 settembre 2022, ore 18.00
Ezio Bosso racconta Via di mille e una cometa
Pinot, barba Pinot si diceva ad Alba. «L’ha detto Pinot» aveva un doppio significato, mi ha spiegato un giorno il figlio Giorgio detto Giors Melanotte: poteva essere l’assoluta verità per alcuni come la sicura fandonia per altri. Questo spettacolo vuole ricordare affettuosamente due persone, diversissime tra loro ma entrambe a me care, un padre (un vero e proprio mito langarolo) e un figlio (che ho avuto la fortuna di conoscere), di cui proprio in questi giorni ricorrono rispettivamente quaranta e un anno dalla scomparsa.
Da un lato Pinot, il Personaggio, farmacista, alchimista, archeologo, re degli zingari, ignorante (come metteva sul suo biglietto da visita), utopista e pittore.
Dall’altro il figlio Giorgio, l’Orso, chiuso in una poetica sulla libertà che, ereditata dal padre, non vedeva realizzarsi. Ho passato molto tempo negli ultimi anni con Giorgio, vivendo con lui per mesi, arrivando fino a chiamarlo zio (per sua precisa volontà: «chiamami zio Marsun», continuava a ripetermi). Una volta, parlando di suo padre, gli dissi che avevo come l’impressione che la sua opera fosse stata schiacciata dal personaggio che era e quando gli esposi la mia teoria sull’“assoluto del tempo di fruizione” mi rispose che Pinot parlava proprio del tempo di fruizione di un quadro sostenendo che la Caverna dell’Antimateria era proprio questo; d’altronde, l’abbandono stesso del situazionismo era connesso all’esigenza di un “tempo di narrazione di un quadro”.
Fu Giorgio a farsi promettere che avremmo realizzato un progetto sul padre, un concerto dove quadri si sarebbero animati e colorati per i musicisti e gli spettatori. E così è stato, il progetto lo abbiamo scritto, discusso e ce ne siamo affezionati. Ma a due giorni dalla presentazione per la ricerca di sponsor Giorgio se ne è andato. Il titolo che aveva scelto, La via di mille e una cometa, era quello di un quadro di Pinot «perché è il luogo dove mi immagino ci siano mio padre e mia madre». Spero che li abbia raggiunti da quelle parti. Uno schermo, gli amici del Quartetto d’Archi e di Torino il mio contrabbasso faranno da sfondo visivo e sonoro alla voce di Gigio Alberti, per raccontare le scoperte sull’uomo ligure preistorico, la pittura industriale, la psicogeometria e lo zen, la storia di Ipotenusa e dei cateti che la rapirono, la Gibigianna, il teorema di Pitagora e i vichinghi, fino all’Anticamera della morte. E poi, naturalmente, Pinot nella sua Langa. La pittura entra in teatro e dalla pittura scaturiscono musica e cinema, grazie alle elaborazioni video di Pier Paolo Ferlaino, ma anche sapori e odori…
Ezio Bosso
dal foglio di sala dal concerto Via di mille e una cometa
Piccolo Regio Puccini, Torino, 16 novembre 2004
Ogni brano di Via di mille e una cometa è ispirato a uno o più opere di Pinot Gallizio. Di seguito l’elenco delle opere in ordine di apparizione per ciascun dei sette brani del progetto.
1. Neri – Senza titolo (1964)
2. La via di mille e una cometa (1958)
3. La grande sera (1954), La soubrette (1956), La materia è una cosa seria (1957)
4. La Gibigianna (1960)
5. Gagarin (1961), Le ciel des vikings (1961)
6. La notte etrusca (1962), La notte cieca (1962)
7. Sono nato bambino, mi sono trovato bene e lo sono rimasto (1963)
elaborazione video Pierpaolo Ferlaino
Si ringrazia Studio Arkì per la concessione delle videoanimazioni originali.
D.Schostakovich
Quartetto n.8 op.110
1.Largo
2.Allegro molto
3.Allegretto
4.Largo
5.Largo
A.Ravizza
“Waldweg”dedicato al Quartetto d'archi di Torino, prima esecuzione assoluta
E.Bosso
Estratti da:
“Io non ho paura”
“The lodger”
“Via 1000 e una cometa”
T. Riley, In C
E. Bosso, Quartetto n. 3, The Way of 1000 and 1 Comet
The Way of 1000 and 1 Comet (AKA Wine Trances) è un progetto musicale dedicato al pittore langarolo Pinot Gallizio, uno dei protagonisti della ricerca europea tra gli anni Cinquanta e Sessanta. Figura eccentrica, personaggio visionario, sperimentatore utopista, Pinot approda alla pittura solo in tarda età grazie ad una profonda conoscenza della materia data dalla laurea in farmacia. Il suo percorso artistico e la frequentazione degli ambienti torinesi lo portano ad una attività vivace e prolifica e a collaborare con i principali esponenti delle correnti artistiche d’avanguardia. Nel 1964 la Biennale di Venezia gli dedica una sala personale ma Pinot non potrà partecipare a causa della morte improvvisa. The Way of 1000 and 1 Comet nasce nel 2003 dall’incontro fra il Maestro Bosso e Giorgio, il figlio di Pinot, che partecipa all’ideazione del progetto, prima di andarsene prematuramente nel novembre dello stesso anno. Il progetto unisce brani del Quintetto n. 2 (Le notti, Sono nato bambino mi sono trovato bene e lo sono rimasto) e del Quartetto n. 3 (L’ultimo nero, La Gibigianna, Gagarin, Via di Mille e Una Cometa, Il Cielo visto dalla luna). Ogni brano porta il nome di un titolo di un’opera di Pinot Gallizio. In occasione di questa prima edizione del Buxus Consort Festival potremo riascoltare alcuni brani dal repertorio The Way of 1000 and 1 Comet in un contesto che con ogni probabilità ha la facoltà di risuonare con l’opera di Pinot Gallizio. Il concerto si svolgerà infatti tra i capanni della Golena del fiume Po, che costituiscono una sorta di piccola città ideale resiliente, simile per certi versi a quella che Pinot Gallizio aveva pensato con la sua città degli zingari sulle rive del fiume Tanaro. Programma T. Riley, In C E. Bosso, Quartetto n. 3, The Way of 1000 and 1 Comet Organico Violino: Edoardo De Angelis Violino: Umberto Fantini Viola: Andrea Repetto Violoncello: Manuel Zigante Un progetto di Teatro Sociale Gualtieri Partner Istituzionali Regione Emilia Romagna Comune di Gualtieri Main Partner Scena Unita - Per i lavoratori della musica e dello spettacolo Cesvi MIH - Music Innovation Hub Media Partnership Rai 5 Rai Cultura Per la concessione delle partiture si ringrazia Buxus Edizioni
Programma
P. Glass, Quartet Satz
E. Bosso, Quartetto n. 2 (da Io non ho paura)
L. van Beethoven, Quartetto per archi n. 10, op. 74
Il Quartetto n. 2 di Ezio Bosso nasce come colonna sonora del film Io non ho paura di Gabriele Salvatores. Quando prende il via la collaborazione con Gabriele Salvatores, Ezio Bosso ha già realizzato colonne sonore per due film del regista torinese Gianluca Maria Tavarelli, Un amore, del 1999 e Qui non è il paradiso, del 2000, ma nel caso di Io non ho paura il lavoro compositivo assume connotati del tutto differenti. Solitamente la colonna sonora di un film si sviluppa a film già montato, con la conseguenza che la scrittura musicale risulta fortemente vincolata al ritmo del montato filmico. Nel caso del processo compositivo di Io non ho paura, complice l’amicizia che si sviluppa tra il Maestro Ezio Bosso e Gabriele Salvatores, scrittura musicale e montaggio filmico si sviluppano di pari passo: scena dopo scena, la visione delle immagini ispira la musica e viceversa il montaggio trae ritmo dalla scrittura musicale in divenire. È così che attraverso le 14 danze per bambini intorno a un buco il quartetto d’archi diviene, a pieno titolo, uno dei protagonisti del film. Programma P. Glass, Quartet Satz E. Bosso, Quartetto n. 2 (da Io non ho paura) L. van Beethoven, Quartetto per archi n. 10, op. 74 Organico Violino: Edoardo De Angelis Violino: Umberto Fantini Viola: Andrea Repetto Violoncello: Manuel Zigante Un progetto di Teatro Sociale Gualtieri Partner Istituzionali Regione Emilia Romagna Comune di Gualtieri Main Partner Scena Unita - Per i lavoratori della musica e dello spettacolo Cesvi MIH - Music Innovation Hub Media Partnership Rai 5 Rai Cultura In collaborazione con Buxus Edizioni Per la concessione delle partiture si ringrazia Kickout Film S.r.l. San Isidro S.r.l.